vista del valle del Torrente Piota dal Borgo di Lerma, 1600ca.: sulla destra la Torre del Castello di Tagliolo

Storia

L'Alto Monferrato è il territorio che, unitamente a Basso Monferrato e Monferrato Astigiano, costituisce il Monferrato Piemontese, regione storico-geografica sita nel Basso Piemonte, nelle province di Alessandria ed Asti, fino al confine con Liguria e Lombardia.
L'importanza storica di un territorio strategico è dimostrato dai magnifici castelli di epoca medievale, e non solo, che troneggiano in cima alle colline su cui sorgono i borghi, diventando elemento caratterizzante di questo territorio: il leggendario "suolo Aleramico" citato da Giosuè Carducci "(...)e l'esultante di castella e vigne del suol d'Aleramo (...)" nella poesia intitolata "Piemonte".

vista del valle del Torrente Piota dal Borgo di Lerma, 1600ca.: sulla destra la Torre del Castello di Tagliolo
Storia
Proprio ad Aleramo, primo marchese del Monferrato, questo territorio deve il suo nome: la leggenda, riportata dal domenicano Iacopo d'Acqui, nato nel 1334, e resa immortale dalla versione del poeta Giosuè Carducci nel volume Cavalleria e Umanesimo, narra che il marchese Aleramo, rimasto orfano, venne ingaggiato nell'esercito imperiale ed entrò alla corte dell'Imperatore Ottone I, ove conobbe Alasia, figlia dell'Imperatore. Tra i due nacque un tenero sentimento. Incapaci di riferire la cosa a sua maestà, temendo un rifiuto al matrimonio, i due innamorati scapparono nelle terre natali di Aleramo. Nella fuga usarono lei un cavallo bianco e lui uno rosso (da qui lo stemma bianco e rosso degli Aleramici). Aleramo non riuscì a vivere senza combattere per difendere la pace. Quando l'imperatore Ottone I venne a conoscenza della cosa, volle incontrare il coraggioso giovane e perdonò i due amanti. Ad Aleramo concesse tante terre quante egli fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta. Il territorio che egli percorse è il Monferrato: tale nome deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovvero dai mattoni utilizzati per ferrare i tre cavalli che Aleramo cavalcò.

La nostra terra sita nell'Alto Monferrato appartiene anche all'Oltregiogo...una regione storica che si estende su parte dell'Appennino Ligure a nord di Genova e sulle propaggini collinari piemontesi.
Insiste fra la città metropolitana di Genova e le province di Alessandria, Pavia e Piacenza; da qui la nascita del toponimo "Terre delle Quattro Province", unico in tutto il suolo italiano.
Si tratta di quei territori che anticamente appartenevano alla Repubblica di Genova ed ai Feudi Imperiali confinanti, che con essa avevano rapporti di federazione o appartenevano a nobili cittadini genovesi. 
Dal 1313 al 1797 la maggior parte delle terre dell'Oltregiogo faceva parte del Sacro Romano Impero: benché amministrate da nobili genovesi come gli Spinola e gli Adorno, esse non appartenevano formalmente alla repubblica ligure. Facevano eccezione la Signoria Pontificia di Albera, in Val Borbera, come Novi, Ovada, Gavi, Voltaggio e tutta la Valle Stura, che erano comprese nella giurisdizione della Repubblica. Quando, nel 1815, il Congresso di Vienna decise il passaggio di Genova al Regno di Sardegna, per circa tre anni Novi fu attribuita alla Divisione di Alessandria ma, con il Regio Editto e Regie Patenti del 1818, divenne capoluogo di una provincia facente parte della Divisione di Genova. Dal 1819 quest'ultima Divisione fu composta dalla provincia di Novi e da quella di Genova. Nel 1859, infine, la Legge Rattazzi, sancì definitivamente l'annessione della Provincia di Novi a quella di Alessandria. Novi non volle mai dimenticare i suoi legami col capoluogo ligure e il consiglio comunale scelse di mantenere come toponimo aggiuntivo l'aggettivo "ligure". 


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